Il discorso delle stelle, di Antonio Rubino (recensione)

TITOLO: Il discorso delle stelle

AUTORE: Antonio Rubino

CASA EDITRICE: Emersioni

NUMERO DI PAGINE: 336

Il discorso delle stelle parla di guerra, in particolare, della guerra civile siriana.  Io l’ho visto come un urlo, sì, un urlo disperato, per la pace nel mondo. Per dire basta alla violenza, all’odio, all’indifferenza.  All’indifferenza di chi chiude gli occhi, non vuole vedere cosa sta succedendo…

Questo romanzo non si “schiera” per nessuno: e questo secondo me lo rende fantastico. Fa vedere la situazione da tutti i punti di vista, e quindi non ti fa restare fermo a guardare, ti stimola a crearti un’opinione e trovare una risposta tutta tua. 

Tra tutti i personaggi, quello che ho amato di più è stato la piccola Keske. Nessuno dovrebbe crescere in fretta come lei. Ha una forza incredibile dentro di lei, una bambina che si ritrova in un mondo di odio e violenza e sopporta tutto questo…

L’unica cosa che mi è piaciuta un po’ di meno è lo stile, frasi generalmente un po’ troppo lunghe, anche se la narrazione è scorrevole nonostante gli argomenti a tratti complicati. 

Una cosa che ho adorato in questo libro sono le introduzioni dei capitoli, che sono delle brevi nozioni di astronomia, che si ricollegano alla storia dei personaggi durante il capitolo!

Mentre studiavo le stelle, i loro movimenti, l’universo, ho pensato che in tutto questo non c’è niente di poetico, niente che mi possa aiutare a scrivere qualcosa. Ho pensato quasi che, sapendo tutte queste cose, non rimanga per niente spazio alla fantasia. Sono addirittura arrivata a pensare che, sapendo queste cose, si rovini un po’ la poetica e la letteratura che parlano di stelle e astri… 

Con questo libro ho capito che invece è tutto il contrario: tutte nozioni di astronomia che sembrano parlare della nostra vita, in prima persona, nonostante diano un senso di infinito. Tutti i capitoli sono collegati a ciò che accade al protagonista, in un modo quasi naturale. Ho capito che la conoscenza non frena la fantasia, ma, al contrario, la alimenta. Ho capito che, anche le cose che possono essere più scientifiche guardate superficialmente, agli occhi di uno scrittore acquistano un significato tutto personale.

Questo libro mi è piaciuto moltissimo. Parla di crescita personale, di superamento dei propri limiti, di ricerca di cosa vogliamo davvero… mi ha fatto riflettere molto. 

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