Middlegame, di Seanan McGuire (recensione)

TITOLO: Middlegame

AUTRICE: Seanan McGuire

CASA EDITRICE: Mondadori OscarVault

NUMERO DI PAGINE: 528

DATA DI PUBBLICAZIONE: 7 Maggio 2019 (Italia: 21 Luglio 2020)

Attenzione, questo libro crea dipendenza! O, almeno, è quello che è successo a me. Era un po’ di tempo che un libro non mi piaceva così tanto da “scalare” la classifica dei miei libri preferiti. Direi che si aggiudica un posto tra i primi!

Middlegame oscilla tra il fantasy e il fantascientifico, e alla base di tutto pone la sottile arte dell’alchimia. I due protagonisti, Roger e Dodger, sono il risultato dell’alchimia. Sono loro che nascondono la dottrina dell’Ethos, scissa tra le parole e i numeri. E infatti non possiamo definirli umani, o almeno non del tutto.

I numeri, fintanto che si comprendono le norme che li regolano, sono entità semplici, disciplinate. Le parole, al contrario, sono insidiose. Si aggrovigliano e mordono e pretendono attenzione.

Il mondo di Roger sono le parole. Quanto sono potenti, le parole? Quanto possono essere pericolose? Questo è quello che scoprirete insieme a lui. Un personaggio piuttosto complicato, d’altronde come tutti i personaggi di questo libro. Le sue azioni avranno una certo impatto su tutta la storia…

Secondo Roger devono smettere di giocare secondo le regole, ma sono proprio le regole che fanno funzionare i numeri. Le regole avranno sempre un valore per lei. E probabilmente è una buona cosa. Senza, rischierebbe di distruggere tutto solo per renderlo felice.

Dodger invece è fatta di numeri ed equazioni. Ma attenzione, la sua non è una matematica come la conosciamo noi. No, il suo modo di utilizzare i calcoli vi sorprenderà. Sembra più che altro una magia, o forse un’alchimia. L’utilizzo della logica sarà il suo superpotere, e attraverso i numeri riuscirà a raggiungere l’inimmaginabile. Dodger è una ragazza molto forte emotivamente, ma che non dimentica per nulla al mondo.

Ecco perché devono stare insieme. Così possono spiegarsi l’universo a vicenda.

Ho sempre pensato che per poter stare bene, dobbiamo essere completi da soli. Ma per Roger e Dodger questo è semplicemente impossibile: sono un’unica essenza, due facce della stessa medaglia. Non possono letteralmente vivere senza l’altro. Qualunque strada prendano, sono destinati a rincontrarsi. Credo che il significato sia molto semplice: i numeri non possono esistere senza le lettere e le lettere non possono esistere senza i numeri, non potrebbe esserci un equilibrio. E per quanto si credano diversi e incompatibili, sono l’uno fondamentale per l’altro.

La magia non deve per forza essere spettacolare e grandiosa. A volte sono le piccole cose a condurre ai risultati migliori.

Okay, i due protagonisti mi hanno indubbiamente affascinata. Ma in Middlegame sono gli antagonisti ad avermi lasciata senza fiato. Leigh l’ho trovata una cattiva affascinante e ripugnante al tempo stesso. E non chiedetemi come! Fatta letteralmente di morte e agonia, non possiede nessuna caratteristica propriamente umana. Da lei non traspare nessuna emozione positiva: un personaggio spietato, paziente, morboso, semplicemente cattivo. Poi ci sta Reed. E, dopo aver iniziato questo libro, solo a leggere il suo nome vengono i brividi. Più che il padre di Roger e Dodger, lo possiamo definire il creatore. Ma la genialità in persona la troviamo nell’origine di tutto: A. Deborah Baker. Personaggio molto misterioso e oscuro, sempre avvolto nella nebbia.

Siccome non possono sedersi tutti vicini, Erin va da sola, riappropriandosi della realtà in cui questa è la sua reale condizione: dove la solitudine non è solo una conseguenza ma l’acqua in cui sguazza, sirena malinconica destinata a non avvicinarsi mai più alla riva.

Ora invece passiamo a un personaggio che credo sia il mio preferito, cioè Erin. Nell’istante della sua comparsa l’ho odiata con tutta me stessa, ma nel corso della narrazione ho apprezzato le sue varie sfaccettature. Una ragazza sola, malinconica, fredda, a conoscenza di molte più cose di quelle che vorrebbe. È il personaggio che subisce una maggiore evoluzione durante la storia, e l’ho apprezzato molto.

La scrittura di Seanan McGuire è unica, non avevo mai incontrato nulla del genere. È particolare, e sono riuscita a cogliere la psicologia di tutti i personaggi, anche e soprattutto dei cattivi. Inizialmente mi ha un po’ disorientata, ma pian piano i pezzi cominciavano a combaciare. Ogni momento libero lo utilizzavo per leggere, e quando non leggevo mi facevo mille domande sul proseguimento della storia!

Insomma, Middlegame è un fantasy dai tratti un po’ dark da leggere assolutamente se volete rimanere affascinati da un modo tutto nuovo di percepire il mondo. Ringrazio la casa editrice per avermi fatto leggere il anteprima la copia digitale!

4 Risposte a “Middlegame, di Seanan McGuire (recensione)”

  1. Ho sentito tanto parlare di questo libro che anche se non appartiene ai miei generi preferiti mi ha incuriosita molto. La tua recensione ancora di più!!!

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