La stagione dei ragni, di Barbara Baraldi: recensione

TITOLO: La stagione dei ragni

AUTRICE: Barbara Baraldi

CASA EDITRICE: Giunti

DATA DI PUBBLICAZIONE: 9 giungo

NUMERO DI PAGINE: 559

No, non si trattava di un comune delinquente, ma di un ragno che stava tessendo la sua tela, allargandola in più direzioni, visibili e invisibili agli occhi.

Scrivo questa recensione non come esperta di thriller e polizieschi, non ne so quasi nulla. Ve ne parlo come una che ha usato questo libro un po’ come un assaggio di un genere praticamente nuovo per me, che ho sempre avuto un po’ paura a sperimentare. Insomma, quando l’ho iniziato a leggere ero un po’ dubbiosa, La stagione dei ragni aveva il compito di aprirmi le porte su un intero genere, e la prima impressione conta non poco 🙂

Il libro si apre descrivendoci un’inquietante visione su una Torino degli anni 80′: il pinte Vittorio Emanuele II è del tutto sommerso da centinaia, migliaia di ragni, arrivati senza che nessuno se ne accorgesse: sembrano comparsi dal nulla.

Nel secondo capitolo, incontriamo il sostituto procuratore Francesco Scalviati che si affaccia a un nuovo caso: è un agghiacciante duplice omicidio di una coppia di fidanzati, che presto viene ricollegato ad altri due crimini della stessa stazza. Ad ogni indizio la situazione sembra farsi più intricata.

E’ la fine degli anni 80′ e la scena investigativa italiana ancora non conosce termini come “serial killer” e “profiling”. Sarà Isaak Stoner, agente FBI arrivato dall’America a dare una svolta alle indagini, presentando queste idee moderne a uno scettico procuratore Scalviati. Questo lato della storia e osservare l’introdursi di novità che per noi oggi sembrano quasi scontate è stato decisamente il più affascinante per me, e ho amato molto anche il personaggio di Isaak.

Gli piace pensare di essere invisibile, di essere in grado di colpire e poi scomparire. È compiaciuto dall’osservazione dello spettacolo di morte che riesce a provocare. Lo fa sentire potente. Quasi si identificasse con una forza sovrannaturale, capace di colpire ferocemente e dileguarsi nella notte.

In contemporanea alle indagini, c’è una determinata giornalista che decide di mettersi in caccia della verità riguardante il caso. Si tratta di Leda de Almeida, che si svelerà lentamente, nel corso del romanzo, insieme al suo difficile passato.

La stagione dei ragni è un libro talmente pieno di personaggi, sottotrame e sfumature che scriverei un’enciclopedia per raccontarvele, motivo aggiunto per cui vale la pena leggerlo. Anche se una pecca l’ho trovata: con le sue più di 500 pagine, l’inizio l’ho trovato un po’ lento, mentre il ritmo si risolleva nella seconda parte della storia.

Ricco, intrigante e con la giusta suspance: per essere il mio primo thriller, è stata una splendida esperienza! Ringrazio la casa editrice per la copia 🙂

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