L’importante è vincere, di E. Cantarella e E. Miraglia (recensione)

TITOLO: L’importante è vincere

AUTORI: Eva Cantarella, Ettore Miraglia

CASA EDITRICE: Feltrinelli

NUMERO DI PAGINE: 156

DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 Maggio 2016

“L’importante è vincere” è il titolo di questo libro di Eva Cantarella (storica della società antica) ed Ettore Miraglia (giornalista appassionato di sport olimpici). Ci viene raccontata la storia delle Olimpiadi antiche e moderne.

Ma l’importante non era partecipare? Non era questo il motto delle Olimpiadi?Insomma, era ciò che De Coubertin -fondatore dei moderni Giochi olimpici-diceva sempre. E quello che noi continuiamo a ripetere durante le competizioni.

Ma se il barone voleva creare giochi affini a quelli degli antichi Greci a Olimpia, con questo libro scopriamo che in questo aspetto non ci si era nemmeno avvicinato. Infatti, per loro, l’importante era proprio vincere.

E non solo nello sport, ma più in generale nella vita. L’affermazione del proprio timé, valore, doveva avvenire dimostrando di essere migliore degli altri, in una continua sfida con se stessi. Capiamo che i Giochi Olimpici non erano una cosa a sé stante, ma parte integrante della società e spesso il suo specchio.

Proprio per questo motivo, in L’importante è vincere, insieme alla storia della nascita delle Olimpiadi, troviamo un’attenta riflessione sulla cultura e la collettività antica, che, come dicevamo, si riflette sullo sport.

“Spazio e tempo. In fondo tutto gira attorno a queste due variabili elementari, che sono insieme misura e limite di ogni attività umana: lo sport non perde occasione per ricordarcelo.”

Ma si parla anche di una faccia dei Giochi più nascosta, cioè quella degli imbrogli e degli inganni allo scopo di vincere a tutti i costi, che in epoca moderna chiameremmo doping. Sembrerebbe così vicino alla voglia di vincere per conquistare il proprio onore, ma capiremo che invece non esiste differenza più abissale.

L’ultima parte è costituita da una serie di confronti tra atleti degli antichi Giochi Olimpici e dei nuovi, come Stevenson o Bolt, che tutti conosciamo. L’ho trovata interessante perché indica sta a dire che i tempi cambiano e i secoli passano, ma nonostante questo gli atleti presentano affinità più che evidenti, perché nonostante tutto sono tutti mossi dallo stesso spirito competitivo e agonistico. Come qualcosa che resta invariato nonostante il mondo intorno a loro sia cambiato.

In conclusione, ho apprezzato molto lo stile chiaro e comprensibile per spiegare argomenti non altrettanto semplici. Non mi è risultato pesante, era come se autore e lettore fossero due interlocutori.

Personalmente, non essendo la saggistica tra i miei generi preferiti, lo avrei trovato ancora più interessante se strutturato sotto forma di romanzo. Magari con una trama appena accennata, lasciando ovviamente la maggior parte dello spazio a parti descrittive delle Olimpiadi antiche e moderne, essendo questa la funzione del romanzo.

4 Risposte a “L’importante è vincere, di E. Cantarella e E. Miraglia (recensione)”

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